Nella vecchia falegnameria

Storia di un cavallino di legno che si sentiva solo

I bambini che oggi si contendono i tanti cavallini a dondolo nel nostro nido, non possono sapere che sono stati chiamati lì proprio da un vecchio cavallino di legno, che da quasi cento anni non aveva più incontrato bambini.

Oggi le risate, i giochi, le attività di tanti piccoli si realizzano nel luogo in cui per tanti anni è stato il laboratorio di falegnameria dell'Istituto Gualandi, dove si accumulavano anche vecchi mobili e arredi.
Sepolto sotto il legname c'era anche un cavallino a dondolo di legno: è quello che adesso accoglie i bimbi all'ingresso, dondolando in una magica bolla trasparente.

Ci sembra di aver ascoltato la sua storia.

Nella vecchia falegnameria, in un angolo scuro, tra le assi e la segatura, un cavallino a dondolo ricordava e sognava...
Non aveva mai avuto un nome, per tutti era stato sempre "il cavallino".
Poteva sentire ancora adesso il tocco delle manine che lo avevano afferrato, del peso che si sentiva poi sulla groppa, dei piedi che si infilavano nel legno, immaginando le staffe; e le discussioni, le liti per essere per primi in sella afferrando le briglie.

Quelle voci continuavano a cantargli dentro. Erano state la sua vita e la sua prima avventura. Giorgio, con una voce bassa e forte per i suoi quattro anni, e Mirella, gentile e lieve, che gli diceva con affetto parole incomprensibili e comandi decisi. E tante altre voci, nella grande casa, tante altre mani: i piccoli amici, i cuginetti, tutti lo lasciavano con un guizzo di desiderio, con il rimpianto di non poterlo portare con sé.

Quella era la vita, che sembrava poter continuare all'infinito. Il cavallino si sentiva potente e forte, poteva accompagnare ogni bambino in ogni  favola che quello immaginava. Era di volta in volta il cavallo della fata oppure di un cavaliere con l'armatura, o di un principe misterioso e sconosciuto. Un briciolo di mille diverse storie gli rimaneva dentro, e nelle notti silenziose affrontava di nuovo le battaglie e le avventure.
C'erano gli intervalli delle vacanze, poi si ricominciava.
Anche il cavallino aspettava nuove storie.

Venne un autunno e poi un inverno, ma dal suo ripostiglio non venne raccolto e chiamato come sempre, a vivere. Il cavallino non seppe mai perché.
Non sapeva che i bambini crescono e cambiano e a volte dimenticano, cambiando gioco.
Finì in una vecchia soffitta, fra cassapanche e vecchi arnesi. Non riconobbe le mani di chi ce lo portò.

Aspettava sempre le voci e le mani dei bimbi, che non c'erano, lassù.
Si sentiva stanco, per la polvere che gli pesava addosso e per il solletico che gli facevano i ragni tessendo ragnatele sempre più fitte.

Un giorno fu sgomberata anche la soffitta. Quanto tempo era passato nessuno può dirlo.

Un falegname sorridente con gli occhi azzurri che collaborava allo sgombero aveva conservato in sé lo spirito di bambino, lo guardò con desiderio e ammirazione e lo prese con sè.

Ma gli adulti non giocano coi cavallini, anche se li vedono con qualche commozione.

Nella grande falegnameria ordinata, in un angolo tra le assi e gli arnesi, il cavallino continuava a sognare. Aspettava ancora i bambini:  ma cosa ci potrebbero fare dei bambini, in una vecchia falegnameria?

Giocare in un bel nido, in nome del cavallino che  sogna, abbiamo risposto.

_MG_3898.jpg
Il cavallino ora accoglie i bimbi, dondolando in una magica bolla trasparente